martedì 5 giugno 2012

Un vero leader, dichiara Renzi…




In una sua dichiarazione, all’indomani delle dimissioni dell’assessore Fantoni,
il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, annunciando la nomina di nuovi assessori,
persone dai curricula robusti, afferma:
Onore comunque a Fantoni perché in questo paese non si dimette mai nessuno.
Quello di Alessandro Petretto è un nome che può fugare tutti i dubbi
circa la solidità del bilancio. Usciamo da questa vicenda con due personalità
di grande rilievo [l’altra personalità porta il nome di Givone].
Perché il vero leader è colui che sceglie i collaboratori più bravi di lui".
Ora chiaramente Renzi riserva a sé stesso la definizione di vero leader,
anche se, in verità, non è chiaro, leggendo semplicemente il testo,
se è presente una vena di autoironia nell’espressione;
ma pare di no, in quanto corrisponde a verità il fatto di aver scelto,
quali collaboratori, persone “brave”, anzi, “più brave” di lui
(è di moda oggi il termine “bravo”: tra breve, grazie a una "riforma del merito",
si potrebbe dire, geniale, avremo “il più bravo”d’Italia anche a scuola!).
Diciamo che a Renzi gli è scappata di bocca, un po’ a tradimento,
l’autodefinizione di vero leader. E forse un po’ ci crede anche.
Ma è già difficile in sé la definizione di “leader”, soprattutto in Italia,
Paese dalle risorse inesauribili, che è riuscito ad annoverare tra i “leader”,
per di più, dei “Responsabili”,  anche l’ottimo responsabile Scilipoti,
immaginiamo, quindi, quanto debba essere arduo definire il “vero leader”.
C’è confusione nella politica italiana, anche a livello linguistico
(livello dal quale molti guai, grazie a Berlusconi, son derivati alla politica reale,
soprattutto in termini di limpidezza di significati e di stravolgimento
se anche un grande Sindaco, di una città così colta e avvertita,
qual è Firenze, scivola sulla nozione di “leader”, anzi di "vero leader".
Ma, perché tutti sappiano, di “chi” e di “cosa” è leader Renzi,
forse sarebbe necessaria un’altra sua dichiarazione in proposito,
soprattutto per i giovani del nuovo millennio, così desiderosi, sembra,
di seguire nuovi “capi”.
O no?
Severo Laleo
P.S. Il discorso tocca oggi Renzi, ma vale per molti altri "leader", Rutelli incluso.

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