martedì 4 dicembre 2012

Saggi di retorica a confronto oltre la democrazia




Scriveva Minzolini, da cronista interessato, su La Stampa del 9 Aprile 2009,
a proposito di Silvio Berlusconi in visita a L’Aquila:

“…Snocciola un numero infinito di cifre Silvio Berlusconi...
Fa previsioni sui tempi necessari per stimare i danni
E per tirare su il morale dei presenti di fronte alla disgrazia e alla morte
che ha colpito questo pezzo d'Italia si concede una battuta:
«Sono 44 ore che non dormo. Un record di resistenza per uno che ha 35 anni».
Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori,
del comandante dei pompieri, del capo militare, 
ma anche la comprensione del preteSilvio Berlusconi nelle emergenze 
si esalta. La sua attitudine e' la politica del «fare». ....
Quando e' alle prese con problemi pratici il premier si intriga. ...
Dalla sua bocca escono idee su idee...ha lanciato una miriade 
di proposte. La politica del fare. All'Aquila come a Napoli. 
Sfoggia il consueto «pragmatismo»....il Cavaliere e' un tipo che bada 
al sodo...Gioca sulla velocita' delle decisioni....c'è il premier-ingegnere…
c'è il premier-generale…Il premier-prete...E il premier-psicologo ....”

Scrive Adinolfi, da combattente appassionato, nel suo Blog il 1 Dicembre 2012
a proposito di Matteo Renzi, in campagna elettorale.

“…Il voto a Matteo Renzi è il voto a un uomo estremamente coraggioso.
Io ho avuto due privilegi: … quello di vedere Renzi in azione da vicino.
Lo conosco da tanti anni, non mi meraviglia la sua contagiosa energia,
ne è sempre stato dotato. Ma Matteo da questo giro d'Italia,
da questa esperienza di possibile candidato alla guida del paese,
è un Matteo trasformato: è un leader, 
con tempistiche e capacità decisionali di un leader, 
con la pazienza davanti agli innumerevoli attacchi di un leader,
con la resistenza in battaglie di lungo periodo di un leader.
In tv ha stravinto i confronti, ha dimostrato doti comunicative uniche,
ha usato internet e i social network come nessuno mai nella storia dei partiti
di questo paese. E' un leader con "lo sguardo dritto e aperto nel futuro".
Uno che le cose le dice a muso duro, guardando dritto in faccia 
l'interlocutore. E ne ha dette, senza tirarsi indietro, fino alle "20 differenze"
che rappresentano il manifesto politico delle idee per si è battuto 
come un leone. Noi, con lui, ci siamo battuti come leoni. Anzi, è più adatta 
l'immagine di Daniel Pennac: quando siamo scaraventati nella fossa dei leoni,
quelli come noi si mangiano i leoni…
Battendoci con coraggio fino alla sfinimento, poi servirà qualche giorno
di riposo e si ripartirà per la battaglia finale, quella delle politiche,
a sostegno di chiunque vinca. Ma sarebbe giusto e bello vedere vincere
Matteo Renzi che è diventato la bandiera di un'ansia di radicale 
cambiamento che ogni italiano respira e noi abbiamo provato 
a respirare a quel ritmo.

Forse è tempo di tornare alla sobrietà della democrazia tra pari, alla normalità
della democrazia di genere;  i maschi, per di più,  praticano scarsamente il limite
e spesso si gonfiano troppo.
O no?
Severo Laleo

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