lunedì 22 settembre 2014

Conversazioni sociali

So di scrivere, per ora, solo sensazioni e impressioni,
e lascio quindi ad altro momento la possibilità di riflettere
intorno alle cause reali. Sempre tante, comunque.
E di diversa natura.

Viviamo tempi di modernità, sicuramente di crisi,
di comunicazione onnipresente, di velocità, di impegni
a darsi da fare, di speranze per un futuro migliore per tutti,
e insieme anche di fastidio per ogni possibile intralcio
lungo il nostro cammino, anche quando a intralciare i nostri passi
sono altre persone. Sembra quasi un esercizio a individuare
il nemico per dire basta.
E Firenze persino, città, per storia e tradizione,
di solidarietà, s’adegua con i tempi.
Tre piccoli episodi, tutti nella stessa giornata, una domenica,
e in sedi diverse.
Fortezza da Basso, mercatino. Gente serena in giro tra le bancarelle,
a guardare curiosa, sempre pronta a domandare, 
a chiedere informazione, a scambiare chiacchiere, 
magari sulla vita dei tarli nei mobili antichi, a comprare, 
a gioire per un ritrovamento inaspettato.
Eppure una donna di buona età, e vispa, e chiara
di voce, perché tutti si senta, a un “nonitaliano”,
seduto sul bordo del prato a vendere la sua valigia di merce,
rimprovera di occupare il suolo pubblico senza aver pagato 
il dovuto. Così: “Venite a fare i furbi in Italia, tornatene 
di dove siete venuti!”.
E il tuo giro per le bancarelle incrocia la lotta tra poveri.

Centro, chiesa del ‘700. Cappelle di storia e di carità.
E’ finita la messa, si va in pace. Nei pressi dell’uscita,
ancora dentro la chiesa,  un mendicante, forse abituale, chiede 
e ottiene un’elemosina. “Non gli dovete dare niente a questi
–sussurra un uomo di Chiesa- già prendono un sussidio di 30 € 
al giorno (sic!). Li prende lei 30 € al giorno?”.
E il tuo segno di croce di saluto d’uscita diventa pesante.

Sempre Centro, tavolini di un bar. Un bicchiere di birra artigiana.
Una giovane donna, per tutti noi zingara, senza altre distinzioni, 
gira tra i tavoli a chieder un aiuto, anzi recita proprio un “aiutatemi”.
Un'altra giovane donna, senza alcun problema, lascia scivolare 
centesimi nella sua mano. “Che fai –ammonisce la signora del bar,
senza chiedersi minimamente se l’è lecito- questa è una ladra 
non va aiutata. E’ sempre qui a rompere”.
E la tua mano, pur libera, si chiude gelata e paziente nella tasca.

Forse qualcosa sta davvero cambiando e non è nel verso giusto.
O no?
Severo Laleo


Nessun commento:

Posta un commento