venerdì 23 settembre 2016

Le “slides” di Violante e l’importanza politica del M5S



Le “slides” di Violante sono benvenute, perché consentono
di entrare, in un qualche modo, e indirettamente, nel merito 
della questione referendaria. E appare onesto il suo tentativo 
di giustificare il suo SI con un ritorno al “realismo” machiavelliano.
Anche se il discorso di Machiavelli, mi piace immaginare,
non riguarda le “regole”, ma l’interesse, l’utile in ogni scelta politica. 
E Violante sceglie oggi  l’”utile”. E solo dalla preoccupazione dell'utile
derivano i suoi ragionamenti. Ed è poco per Violante.
Violante apre le sue “slides” con questa osservazione:
la democrazia è in difficoltà in molti paesi; eppure, invece
di interrogarsi sulle cause delle “difficoltà” e di trovare risposte
per risolvere la caduta della democrazia partecipata
(un tempo i ragionamenti di Violante erano iscritti, oltre il recinto 
dell’utilità, in un sistema di “valori”), si limita a stendere
con  pacatezza riflessioni slegate, frantumate, non neutrali,
tutte originate dalla contingenza, a volte solo polemica,
e non da una meditata  prospettiva di  sviluppo della democrazia,
a prescindere dalla governabilità. Eppure la governabilità,
per una persona sinceramente democratica, è una variabile dipendente 
della partecipazione democratica. Non esistono semplificazioni 
e scorciatoie di tipo decisionista nel processo legislativo.
In realtà, tutta la riflessione di Violante è costruita sull’opposizione 
democrazia fondata sul principio della “NON decisione
(secondo la sua opinione) a una “democrazia decidente
(secondo il suo auspicio). Eppure, per rigore di riflessione,
né la Costituzione del 1948 è fondata sul principio della “NON decisione”, 
né la riforma ora in discussione fonda la “democrazia decidente”. 
In breve, con le sue riflessioni Violante rinuncia
a capire la crisi e non si accorge di essere, con il suo scegliere
il SI, parte della crisi, un esito della crisi.
E per contrasto rimanda a chi partendo dalla crisi cerca
di realizzare una democrazia più ampia, più rappresentativa,
perché solo da una democrazia di persone alla pari possono 
scaturire decisioni controllate e trasparenti:“uno vale uno”.
Sarà anche retorica l’uno vale uno, sarà anche difficile
da realizzare, se non si ha una cultura “pratica”, quotidiana, 
d’esercizio reale, della pari dignità delle persone, ma è l’unica,
per ora, risposta politica alla crisi della democrazia.
Per questo il M5S, al di là di Grillo, al di là di Raggi
al di là di tanti errori, ingenuità e impreparazione, 
al di là di proposte a volte stravaganti di programma, resta, 
almeno per ora, in assenza di una sinistra produttrice 
di nuova partecipazione, l’unica speranza di un reale ricambio 
di classe dirigente, una classe dirigente non più attenta 
a danarosa carriera, ad ambizioni di potere personale, 
ma per scelta politica dedita al servizio di governo a tempo 
(anche se persone,  per caso nel M5S, dimostreranno di essere inadeguate
al nuovo “stile” di relazione politica).
Una “democrazia decidente “ figlia della crisi
vs una “democrazia piena (diretta/digitale)” in risposta alla crisi, 
per l'inveramento del principio costituzionale della "sovranità popolare".
Violante, con le “slides” marca, a sua insaputa, l’importanza
del M5S, un movimento non antipolitico e populista,
ma di ripresa/rinascita della politica delle persone.
Almeno pare. Per una “sovranità –si spera- conviviale”.
O no?

Severo Laleo

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