mercoledì 21 settembre 2016

Obama, l’uomo forte e il bicameralismo paritario



Il Presidente degli Stati Uniti Obama, nel suo ultimo discorso 
all'Assemblea Generale dell'ONU, tra gli altri importanti moniti, 
sinceri e non più dettati da un immediato interesse politico
(dirà, ad esempio, “un mondo in cui l'1% dell'umanità controlla
una ricchezza pari al 99% non è uguaglianza bisogna lottare
contro le disuguaglianze e colmare il divario tra i più agiati
e i meno abbienti”), dedica un passaggio anche alla sua idea
di democrazia, ma senza esaltare il “suo” sistema statunitense
delle regole costituzionali; e afferma: "No agli uomini forti
e a modelli di società guidate dall'alto. La democrazia resta
il vero percorso da compiere. C'è un crescente conflitto
tra liberalismo e autoritarismo … sarò sempre dalla parte
del liberalismo contro l'autoritarismo".
Obama, si è detto, non intende esaltare il sistema statunitense,
ma quel “suo” sistema, sicuramente liberale e non autoritario, 
soddisfa anche la sua idea di democrazia formale. E non intende 
assolutamente apportare una qualche modifica/riforma al “suo” sistema. 
Sa di godere di una secolare stabilità costituzionale.

Il Congresso degli Stati Uniti, corrispondente al nostro Parlamento,
l’insieme cioè di Camera e Senato, è l’unico nel mondo, ripeto l’unico, 
per ora insieme solo al Parlamento italiano,
a bicameralismo paritario. E forse resterà, a fine anno, l’unico
in assoluto nel mondo intero, sì, perché mentre nessuno
negli Stati Uniti si sogna di toccare la struttura bicamerale paritaria
del Congresso, attraverso il vaglio del quale, cioè di Camera
e Senato insieme, con pari autorità, si approvano le leggi,
in Italia volenterosi autoproclamatisi padri costituenti
(tra questi anche il convinto Verdini), con la strana intenzione
di “semplificare”, senza peraltro mandato, in origine, della volontà popolare, 
hanno maldestramente diviso il Paese in un paradossale scontro, 
a volte apocalittico, tra chi intende difendere e chi intende eliminare 
il bicameralismo paritario.
Perché? Qual è il significato di “semplificare”? E semplificare che?

L’opposizione tra liberalismo e autoritarismo è anche l’opposizione 
tra governati e governanti: i governanti (e quanti vivono di “governo”) 
tendono a semplificare, perché privilegiano il governo, la decisione 
(potere/autoritarismo),  i governati tendono a controllare,
perché privilegiano la partecipazione, la trasparenza (liberalismo/democrazia).
 Renzi, Confindustria, Marchionne e la Grande Finanza hanno
già scelto tra governo e partecipazione, tra autoritarismo e liberalismo.

 Noi, gente già “semplice”, esaminata la lunga storia del nostro paese, 
non ancora finita, di facile assuefazione alla sudditanza,
si preferisce continuare a restare con Obama: “No agli uomini forti
e a modelli di società guidate dall'alto.
O no?

Severo Laleo

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